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al testo di Dereck Louvrilanm
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Il satellite si squarta; e quasi una fetta ci tocca con approssimazione aperta parentesi. La luna si muove da macina luminosa in un fiume albino che la fa ruotare e trae a sé il fior fiore del mare. Il pesce San Pietro pesa la vita secondo Archimede e l’avvia al principio del nuoto. Il mare, antenato di ogni destinazione, è un tratto in comune alle onde. Il molo duole quando gli sbattono contro - da che parte? Inspiegabilmente porta altrove. Che c'entra? Amo il fatto che mi diede tempo. Nato non fui a viver come eterno, ma per seguir te a momenti. Amo il trasporto che mi abbandona sullo scoglio, infine. La cresta sbatterà di sicuro, di sicuro ci metterà la faccia l’abile spirito che sguscia per rifarsi sorgente. Sicché ogni foce succhia, ogni foce ha una mammella in terra. La luna, faccia in ballo fine a se stessa, antenata degli antenati dei discepoli, priva di tentennamenti della guancia lattea affollata di efelidi: solo per questo riceve il bacio da un telescopio: sfruttamento. Luna a breve e l’altro a lungo.
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